Camillian Social Center

Rayong – Thailand

Progetto di cura dei bambini

Un buon numero degli ospiti del Centro è costituito da bambini, che oltre ad essere affetti da Aids, sono rimasti anche orfani dei loro genitori, dai quali hanno ricevuto il virus della malattia. Sono bambini che vengono da situazioni di estrema povertà o che sono stati abbandonati presso gli ospedali locali. Sono le stesse istituzioni sanitarie, con le quali lavoriamo in stretta collaborazione, che li inviano presso di noi.
I bambini arrivano al Centro per lo più assai debilitati ed in una situazione clinica di Aids conclamato, ma con una adeguata nutrizione e con la somministrazione dei farmaci antiretrovirali possono recuperare una discreta salute. Restano, però, sempre sieropositivi e alcuni di loro vengono a mancare. Molti di loro, tuttavia, riescono a sopravvivere e vi è un caso di sopravvivenza fin dal Gennaio 1996, si tratta di Oon che ha gia’ vent’anni, quando fu avviata la prima accoglienza di bambini, grazie al sostegno di un benefattore che permise l’acquisto e la somministrazione dei farmaci antiretrovirali, allora assai costosi.
I bambini hanno bisogno di speciali cure e attenzioni, sia per la loro particolare Centro di assistenza ai bambinisituazione psicologica sia per gli effetti del virus e delle medicine somministrate sul loro giovane organismo.
Al momento (maggio 2007) al Centro sono ospitati 29 bambini sieropositivi (il più giovane ha solo 2 anni e vive con la mamma), trattati tutti con antiretrovirali nell’ambito dei programmi nazionali della sanità.
Già da alcuni anni il Centro organizza una scuola interna per i bambini che ci vengono affidati, con l’obiettivo di inserirli in seguito in scuole pubbliche esterne. Per piu’ di metà dei bambini questo già avviene. Ma il problema è proprio quello dell’inserimento dei bambini nella società dei “sani”, sia da parte dei bambini stessi che avvertono la diffidenza dei loro coetanei, sia da parte della società che stenta ancora ad integrarli pienamente. Non sono ovviamente da sottovalutare le condizioni fisiche dei bambini al momento del loro arrivo al Centro. A questo proposito il Centro si è attivato fin dall’inizio, promuovendo contatti con la società esterna e con le scolaresche (in certe occasioni, come durante l’annuale Giornata mondiale dell’AIDS, sono stati contati al Centro fino a 600 scolari venuti ad incontrare il mondo dei malati di AIDS).
Ciò che si deve assolutamente evitare è la chiusura dei bambini nell’ambiente protetto del Centro. Fornendo loro non solo i mezzi per recuperare la salute, ma anche le opportunità culturali e ricreative che spettano a tutti, dei nostri bambini noi vogliamo fare dei cittadini adulti, indipendenti e pienamente integrati nella società.