Rayong – Thailand
La Rete contro l’AIDS nella Regione del Sud-est
La fragilità dei sieropositivi da virus HIV/AIDS, oltre che fisica, è anche psichica e spirituale. Per un corretto e completo recupero della persona e per un suo reinserimento indolore e positivo nella società, si impone perciò non solo la terapia farmaceutica ma anche la promozione umana, assunta in prima persona. La piena integrazione sociale di questi malati, più che un dono ricevuto, deve essere un diritto conquistato attivamente. A tale scopo il Camillian Social Center di Rayong ha sollecitato la creazione di una associazione fra i malati di Aids, nella quale essi stessi si facciano consapevoli della propria dignità sociale, con diritti e doveri, e si rendano protagonisti della conquista.
La Rete del Sud-est della Thailandia – questo il nome dell’associazione – si occupa di collegare fra loro persone affette dal virus, di favorire la reciproca conoscenza, di renderle consapevoli del proprio valore, per poter fruire dei legittimi diritti e assicurarsi un posto dignitoso nella società.
L’associazione, che ha come soci gli stessi malati, ha la sua sede centrale in un ufficio distante circa 6 km dal Camillian Social Center di Rayong, sulla strada principale per Mat-Ta-Phut. Esiste ovviamente un comitato direttivo e si tengono assemblee degli iscritti, che sono attualmente ben 7.283, raccolti in 65 sedi periferiche, ognuna coordinata da un proprio responsabile.
L’ufficio centrale segue le direttive e gli obiettivi dell’associazione fissati fin dall’inizio, gode però della più ampia autonomia rispetto al Camillian Social Center. Anche gli addetti dell’ufficio centrale sono sieropositivi.
Tra le attività più concrete, oltre all’opera di sensibilizzazione generale, di colloqui e di riunioni regolari fra gli stessi associati, citiamo la visita dei responsabili ai singoli associati per controllare l’accesso all’assistenza offerta dagli ospedali locali e l’esecuzione del programma terapeutico (ci sono sieropositivi che non reggono ad una cura prolungata e regolare). La visita regolare dei responsabili a domicilio, il dialogo; l’informazione e il sostegno morale sono della più grande importanza per il paziente. Importante è pure il contatto con i famigliari sulle novità e opportunità utili per facilitare una cura sanitaria adeguata ed una buona qualità di vita, personale e comunitaria, dell’individuo malato.
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